Le radiazioni naturali.

Le radiazioni naturali sono quelle emesse da materiali radioattivi che si trovano nell’ambiente, ma che non sono un  prodotto dell’industria nucleare: sono ancora i resti dei materiali radioattivi che si formarono, milioni e miliardi di anni fa (esattamente dall'inizio dell'Era della materia, che si è collocata a partire da 300.000 anni dal "Big Bang", "Era" che si considera tuttora in corso,  a 13,8 miliardi di anni dal famoso "Bang" (15 miliardi, secondo Carlo Rubbia).  che avrebbe dato origine a tutto,  (vedi  per es. Isaac Asimov “Exploring the Earth and the Cosmos” © 1982 Nightfall  Inc). Ma , se cadesse l'ipotesi  del  big bang, dove collocheremmo l'origine della scala dei tempi? Da nessuna parte; il tempo precedente viene considerato dalla scienza uno stato di "singolarità" non fisicamente definibile. L'universo rigenera sempre se stesso, oscillando (infatti si parla di modello "oscillatorio") tra "Big Bang", una successiva espansione durante la quale si generano particelle elementari (un elettrone al metro cubo ogni miliardo di anni) che poi, aumentando la massa complessiva e l'energia totale dell'universo portano ad atomi e molecole ed inevitabilmente ad un altro "Big Bang", e si ricomincerebbe. Questa teoria pare più razionale, a parte la spiegazione da dove salterebbe fuori l'elettrone per metro cubo (la recente scoperta e verifica dell'esistenza del bosone di Higgs forse ci chiarirà la faccenda).  Comunque, un modo abbastanza attendibile e pratico per fare dei conti è la determinazione dei tempi di dimezzamento (T½) per decadimento spontaneo di radioisotopi presenti da gran tempo nella crosta terrestre, che decadendo danno origine a una serie di altri radioisotopi, essi pure radioattivi, finché non si arriva a isotopi stabili, che non decadono ulteriormente. Dal punto di vista operativo e radioprotezionistico in Italia sono regolamentate per legge un certo numero di attività che coinvolgono materie radioattive naturali: in genere sono lavorazioni nelle quali il radioattivo naturale capita abbastanza per caso, e comunque sarebbe poco conveniente o pratico operare una separazione, vedansi per es. le sabbie zirconifere usate per i materiali refrattari; e si potrebbero portare altri esempi (si veda l'allegato I-bis al D.Lgs.26 maggio 2000, n.241); peraltro la recente Direttiva Euratom 2013/59 impone regolamentazione anche sulle sorgenti di radiazioni ionizzanti naturali.
Possiamo citare il 238U, con un T½ di 4,51 miliardi di anni, dal quale per decadimenti successivi si perviene al  222Rn (il radon, del quale si parla spesso come di un contaminante radioattivo di ambienti di lavoro e di vita, e successivamente a 210Pb e 210Po, che da ricerche condotte all'estero, pare siano effluenti radioattivi misurabili dai camini delle acciaierie); isotopo stabile finale 206Pb.  
Un secondo esempio di un radionuclide “fossile” è il 40K, con T½  di 1,26  miliardi di anni, presente in proporzione di una parte su 10000 nel potassio naturale, quindi anche nel nostro corpo. Isotopo stabile: 40Ca.