La sorveglianza fisica.
dott.ing. Carlo Liverani carllive@tin.it
Le "radiazioni": in particolare quelle "classiche" di scolastica memoria, alfa, beta, gamma, X, chiamate "ionizzanti" per il modo tipico di interazione con la materia e recentemente assai spesso nominate perché sovente associate ad eventi non sempre felici, hanno avuto, e continuano ad avere, non solo interesse accademico, ma anche occasioni di impiego in molte attività pratiche, in campo sanitario ed anche industriale (qui ne sono esempi tipici i controlli non distruttivi di spessori e/o di grammatura e di qualità di prodotto in macchine di processo industriale continue). Mentre cerchiamo di metterle al nostro servizio, dobbiamo evitare che possano procurarci dei danni, il che avviene di solito in modo subdolo, perché i nostri sensi non sono in grado di avvertircitempestivamente della loro presenza, a meno che le radiazioni non siano quelle usuali del nostro ambiente di vita: luce, calore, alle quali occorre aggiungere, oramai da oltre un secolo, le onde elettromagnetiche di impiego nelle telecomunicazioni, ed i campi elettrici e magnetici in prossimità di equipaggiamenti energetici (per i quali non sarebbe rigoroso parlare di "radiazioni") onde e campi essi pure nuovamente sfuggenti ai nostri sensi ma non sempre sicuramente privi di effetti fisiologici. Allora il Legislatore ha previsto per le radiazioni ionizzanti fin dal secolo scorso (con i DPR 185/64 e D.Lgs. 230/95) e per le onde e i campi E.M. (con il recente D.Lgs. 81/2008; Titolo VIII, Agenti Fisici, ed ancora più di recente con la Direttiva Euratom 2013/59) l'adozione di adeguate pratiche per la rivelazione e la misurazione delle radiazioni e dei campi E.M. a fronte di valori o limiti ritenuti cautelativi o di sicurezza in particolare in tutti quei casi nei quali i nostri sensi non offrono avvertimenti di rischio. Tali pratiche vanno sinteticamente sotto la denominazione di "sorveglianza fisica della radioprotezione" e vengono affidate a persone di comprovata preparazione professionale (Esperti Qualificati "E.Q." v. art.77 D.Lgs.230/95) che ne rispondono anche penalmente, e che le conducono con l'uso di strumentazione adeguata al tipo e qualità della radiazione, e munita di certificati di taratura rilasciati da Centri qualificati. Nella fotografia sono rappresentati alcuni di tali strumenti: un contatore Geiger per radiazioni ionizzanti con sonda pancake per rilievi in aria Kerma e di contaminazioni superficiali, uno strumento per la misura di parametri funzionali (kV, tempi) per i controlli di qualità di apparecchi di diagnostica X, strumenti per misure a banda larga in campi E./M., Completa la strumentazione un luxmetro per indagini di illuminazione ambientale. Un aspetto non secondario della sorveglianza fisica della radioprotezione secondo la normativa per le radiazioni ionizzanti è la delimitazione nell'ambiente di lavoro delle zone classificate, cioè delle aree all'interno delle quali la permanenza di un lavoratore per la durata annua del suo tempo di lavoro potrebbe fargli superare la soglia di dose per la classificazione come lavoratore esposto professionalmente, e dove quindi si rende necessaria la sorveglianza fisica della esposizione (la c.d. "zona sorvegliata") o delle aree, generalmente più ristrette, nelle quali la permanenza del lavoratore per un tempo pari al suo tempo annuale di attività potrebbe fargli raggiungere i limiti ammissibili annuali di dose, quindi è ad accesso regolamentato (la c.d. "zona controllata"). Questi capisaldi della sorveglianza fisica preludono a: prescrizioni dell'E.Q. al Datore di lavoro per l'adozione di pratiche operative per il controllo delle dosi di esposizione con la combinazione delle tre variabili di tempo di permanenza nella zona, distanza dalla sorgente di radiazioni, schermatura della radiazione, in funzione delle tipicità operative di ciascun posto di lavoro; ed informazioni dosimetriche al medico incaricato della sorveglianza medica della esposizione individuale dei lavoratori classificati esposti. E' pure previsto che l'E.Q. indichi al datore di Lavoro la periodicità delle verifiche, da rispettarsi dall'E.Q. con una tolleranza ammessa sul tempo indicato di circa 4-8%. Nella pratica operativa sul campo converrà prima di tutto accertare il tipo di radiazione presente, corpuscolare (alfa, beta) oppure ondulatoria (gamma, X) interponendo mezzi di modesto potere assorbente, per es.fogli sottili di alluminio. Dopo di che si eseguiranno conteggi, oppure, nel caso di radiazione ondulatoria e disponendo di un rivelatore, tarato in dose in un campo a Kerma noto, letture o conteggi a diverse distanze dalla sorgente ed in punti normalmente occupati dal personale in modo da creare una mappa utilizzabile per giungere ad una valutazione sia delle dosi personali che per il tracciamento dei limiti delle zone classificate. Se la radiazione è corpuscolare, in particolare beta (la alfa difficilmente è presente in spazio aperto) il tutto diviene abbastanza laborioso, perché dai conteggi occorre pervenire con considerazioni teoriche a valori di dose, evitando di emettere stime non suffragate da analisi statisticamente sostenibili, quindi non fornendo al Datore di lavoro un supporto scientificamente efficace.
In ogni caso il lavoro dei rilievi sul campo va condotto con cura, pazienza ed il tempo necessario perché da esso dipende in sostanza il buon successo della sorveglianza fisica.
L'attività di sorveglianza fisica si estrinseca in due momenti: il primo, quello di contenuto scientifico e operativo, appariscente, indispensabile, perché è in questo momento che l'E.Q. raccoglie gli elementi conoscitivi per lo stato di radioprotezione ai fini di eventuali necessarie azioni correttive; il secondo è quello della stesura della relazione per il registro della radioprotezione, evento quanto mai burocratico, ma non inutile, quanto meno perché è la prova della avvenuta verifica periodica, verso le Autorità di vigilanza e attualmente anche verso Agenzie di certificazione dell'impianto produttivo, nel cui ciclo generale può trovarsi indicata anche l'attività di sorveglianza fisica. Quindi tali Enti, per svolgere i loro compiti pretendono dall'E.Q. una particolare sollecitudine anche nella produzione della relazione, ma è questa che richiede il tempo sostanziale di tutta l'operazione, con la elaborazione dei dati raccolti durante il sopralluogo di verifica, (ed è anche ciò che viene poi addebitato al Datore di lavoro nell'ambito del contratto complessivo di sorveglianza fisica). Su questa non coincidenza dei tempi sono sorte, e sorgeranno ancora, discussioni a non finire, ma tant'è, nessuno può farci nulla, tanto meno creare il rischio che il lavoro venga fatto male per la fretta del rispetto di qualche scadenza amministrativa.
I risultati della sorveglianza fisica sono registrati e conservati,a cura dell'Esperto Qualificato, nel Registro della radioprotezione, che è documento di legge, reperibile presso l'impianto sorvegliato, e che contiene i risultati delle verifiche periodiche, redatti in modo scientificamente corretto, come detto in altra pagina del sito ( misure beta: complesse?) , nel rispetto dei criteri per la valutazione del livello di confidenza dei risultati numerici scritti.
Per le tariffe applicate, diversificate per attività svolta e per tipo di sorgente, si fa riferimento al tariffario ANPEQ VI edizione disponibile in rete.